CAPITOLO 1

Profezia sulla rovina di Edom


(Gr 49:7-22; Ez 25:12- 14;35; Is 34)
Lu 14:11
Visione di Abdia.
Così parla il Signore, DIO, riguardo a Edom:
«Abbiamo ricevuto un messaggio dal SIGNORE
e un ambasciatore è stato mandato alle nazioni:
"Alzatevi! Alziamoci contro di lui, alla guerra!"
Ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni,
tu sei profondamente disprezzato.
L'orgoglio del tuo cuore ti ha ingannato,
o tu che abiti nei crepacci delle rocce,
e stabilisci la tua abitazione in alto;
tu che dici in cuor tuo: "Chi potrà farmi precipitare a terra?"
Anche se tu facessi il tuo nido in alto come l'aquila,
anche se tu lo mettessi fra le stelle,
io ti farò precipitare di lassù», dice il SIGNORE.
«Se ladri o briganti venissero a te di notte,
come saresti rovinato!
Non ruberebbero forse a loro piacimento?
Se dei vendemmiatori venissero da te,
non lascerebbero niente da racimolare.
Oh, come è stato frugato Esaù!
Come sono stati cercati i suoi nascondigli!
Tutti i tuoi alleati ti hanno respinto sino alla frontiera;
quelli che erano in pace con te ti hanno ingannato, hanno avuto il sopravvento su di te;
quelli che mangiano il tuo pane tendono un'insidia sotto i tuoi piedi,
e tu non hai discernimento!
Quel giorno», dice il SIGNORE,
«io farò sparire i saggi da Edom
e il discernimento dal monte di Esaù.
I tuoi prodi, o Teman, saranno terrorizzati,
e così tutti quelli del monte di Esaù periranno nel massacro.
A causa della violenza fatta a tuo fratello Giacobbe,
tu sarai coperto di vergogna
e sarai sterminato per sempre.
Quel giorno tu eri presente,
il giorno in cui gli stranieri portavano via il suo esercito,
e i forestieri entravano per le sue porte e tiravano a sorte su Gerusalemme;
anche tu eri come uno di loro.
Ah! non gioire per il giorno della sventura di tuo fratello.
Non ti rallegrare per i figli di Giuda nel giorno della loro rovina.
Non parlare con tanta arroganza nel giorno dell'angoscia.
Non passare per la porta del mio popolo il giorno della sua sventura;
non gioire, anche tu, della sua afflizione il giorno della sua sventura;
non metter le mani sul suo esercito il giorno della sua sventura.
Non appostarti ai bivi per sterminare i suoi fuggiaschi
e non consegnare al nemico i suoi superstiti, nel giorno della sventura!
Infatti il giorno del SIGNORE è vicino per tutte le nazioni
e come hai fatto, così sarà fatto a te:
le tue azioni ti ricadranno sul capo.
Come voi avete bevuto sul mio monte santo,
così berranno tutte le nazioni;
berranno e si ingozzeranno,
e saranno come se non fossero mai state.

øÑ 3:17,19; Is 11:11-14)(E ù 7:21-28; Mi ùP-7)
«Ma sul monte Sion ci saranno degli scampati, ed esso sarà santo;
e la casa di Giacobbe possederà ciò che le appartiene.
La casa di Giacobbe sarà un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma;
e la casa d'Esaù come paglia
che essi incendieranno e consumeranno;
non rimarrà più nulla della casa di Esaù»,
perché il SIGNORE ha parlato.
Quelli della regione meridionale possederanno il monte di Esaù;
quelli della pianura possederanno il paese dei Filistei,
il territorio di Efraim e quello di Samaria;
e Beniamino possederà Galaad.
I deportati di questo esercito, i figli d'Israele,
possederanno il paese dei Cananei fino a Sarepta,
e i deportati di Gerusalemme che sono a Sefarad,
possederanno le città della regione meridionale.
I salvati saliranno sul monte Sion
per giudicare la montagna di Esaù.
Allora il regno sarà del SIGNORE.