E’ Natale, ma... quando nasce Gesù?
(Breve riflessione sul significato
del Natale e sulla data di nascita di Gesù Cristo.)
Eccoci ancora una volta giunti al
Natale. Chi può sapere quanti penseranno a Gesù Cristo in questi giorni, e quanti
invece penseranno
alla "grande abbuffata" piuttosto che cercare il semplice "pane che scende
dal cielo", cioè "il pane di Dio, che dà la vita al mondo" (Giovanni
6:33-35). Gesù disse: "Io sono il pane
della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più
sete."
Conosciamo tutti l’amaro sapore di
una festa attesa con trepidazione, consumata nella delusione e ricordata con
disappunto sul letto, stanchi ed esausti, prima di dormire...
Allora meglio puntare sul semplice
pane e sull’acqua viva che viene da Gesù!
Ancora nella Bibbia, in Giovanni
7:37 troviamo scritto che: " Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della
festa, Gesù stando in piedi esclamò: Se qualcuno ha sete venga a me e beva!"
Era il tempo della festa delle
Capanne in Israele, ma i sentimenti nelle persone sono simili in tutte le
feste, in ogni epoca. Si cerca spesso un cibo che non sazia, si cerca una
bevanda che non può dissetare veramente la nostra anima... la verità è che senza Gesù si celebrano solo finzioni.
Certo, pensavo pure che alla luce
di ciò che sta accadendo in alcune nazioni europee, come in gran Bretagna,
dove si assiste al tentativo di cancellare,
nelle comunicazioni mediatiche, ogni riferimento cristiano alle festività
natalizie, dobbiamo riconoscere che almeno qualcuno, finché il Natale si
celebra come festa cristiana, in questi giorni avrà l’opportunità di
ricordarsi del Signore Gesù Cristo.
Se consideriamo il 25 Dicembre come
un solenne giorno di memoria, più che un giorno di festa per non lavorare,
consumare follemente, mangiare e ubriacarsi, allora noi credenti possiamo
utilizzare questi momenti per diffondere la Parola dell’Evangelo nel nostro
tempo, piuttosto che distruggere,
tout court, ogni sentimento positivo verso Gesù
che potrebbe trovarsi in più persone di quante si creda.
Da quando l’imperatore Costantino
(274-337 d.c.) con la collaborazione dei vescovi di quel tempo, affiancò ai
festeggiamenti pagani per la nascita del dio Mitra e per il "sole invicto" (il
sole vittorioso sulle tenebre invernali dopo il solstizio d’inverno) le
celebrazioni per il giorno natale di Cristo, il dibattito sull’opportunità
di questo miscuglio sincretistico si è susseguito senza posa. C’è da
riflettere però su un fatto molto semplice: che ne sarebbe stato del
Cristianesimo senza l’appoggio provvidenziale di quel governo?
Noi cristiani possiamo benissimo,
lo ripeto, al di là di ogni polemica religiosa considerare che Costantino,
pur non essendo pienamente convertito a Cristo, rappresentò per il
Cristianesimo ciò che Ciro fu per il popolo Giudeo perseguitato al tempo
dell’egemonia assiro-babilonese. Infatti come l’Imperatore persiano Ciro
consentì alla liberazione ed al rientro in patria del popolo Ebreo per
ristabilire liberamente il loro culto, così Costantino, al di là di
valutazioni sul suo valore personale come cristiano, liberò il Cristianesimo
dalle feroci persecuzioni dei suoi predecessori, consentendo la diffusione
della Buona Notizia del Cristo su larga scala.
L’azione di Ciro fu definita dalla
Sacra Scrittura un servizio a Dio e lui un Suo servo (Isaia 45:1,13).
Inoltre, al di là dell’importanza del
giorno, sappiamo che non è questo il problema del Natale. La Bibbia,
invitando alla tolleranza riguardo alle tradizioni non nocive o peccaminose,
dichiara: " Uno stima un giorno più dell’altro; l’altro stima tutti i giorni
uguali: sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. Chi ha
riguardo al giorno lo fa per il Signore…" (Romani 14:6,7.
Così noi cristiani desiderosi di
tornare alle Sacre Scritture, piuttosto che scagliarci con furore
iconoclasta senza distinzioni verso ogni pratica tradizionale, dovremmo
cercare di capire invece quanti e quali rituali religiosi sono veramente in
contrasto con i comandamenti di Dio per poi eliminarli (anche perché di
tradizioni non bibliche ne hanno tutti i cristiani, compresi gli evangelici
ed i pentecostali), usando tolleranza verso tutto ciò che può essere
tralasciato allo scopo di favorire e non ostacolare la testimonianza
dell’Evangelo di Gesù Cristo.
Certamente sappiamo che ogni forma di
idolatria e superstizione è condannata da Dio come "peccato abominevole", e
quindi tutto ciò che è correlato a queste pratiche va bandito decisamente,
ma si deve distinguere fra la gioia che procura ad un bambino la vista delle
luci colorate, dalla superstizione che manifesta
l’adulto di fronte al rituale scaramantico del "bambinello" di
plastica o legno portato in giro per la casa come portafortuna.
Insomma, c’è natale e natale.
Riguardo poi alla più probabile
data di nascita di Gesù, per i curiosi possiamo presentare alcuni
ragionamenti e calcoli tratti dalle Sacre Scritture, (tralasciando le
testimonianze della tradizione patristica, meno attendibili) che consentono di escludere la
data del 25 Dicembre come data di nascita di Gesù.
Alcuni calcoli
possono aiutarci:
Primo: Gesù fu crocifisso al tempo della
Pasqua ebraica, che cadeva sempre in primavera,
nel mese di Nisan (Esodo 12:2; Giovanni 18:39). Se si considera che
il ministerio di Cristo durò esattamente tre anni e mezzo, e siccome "Gesù, quando
cominciò a insegnare aveva circa trent’anni" (Luca 3:23) ne consegue
che era nato circa trent’anni prima, sempre in autunno.
Secondo: (Luca
2:1-5). Gesù nacque al tempo del censimento di Cesare Augusto. il
periodo migliore per fare un censimento non era certo l’inverno! Non c’erano
macchine, pullman e mezzi di trasporto confortevoli per fare tanta strada!
Invece si pensa che il censimento avvenne in autunno al tempo della festa
delle capanne per almeno due motivi: primo nei campi era finita la raccolta
e secondo il periodo delle feste ebraiche era usato da molti per recarsi a
Gerusalemme ( Luca 2:41). Questo spiega anche perché non c’era posto negli
alberghi. i pellegrini occupavano gli alberghi anche dei dintorni e Betlemme
era a sette Km da Gerusalemme.
La festa delle Capanne avrebbe
anche un significato spirituale, pensando che l’espressione di Giovanni
1:14 ( la parola è diventata carne ed ha abitato (lett. tabernacolato..)
con noi. La parola greca "abitato" è correlata infatti alla parola
tabernacolo.
Terzo: I pastori nei campi:
Luca 2:8.
Questa forse è l’obiezione più forte alla nascita invernale di Gesù. Pastori
di notte, nei campi è davvero difficile trovarli!
Un’ altro calcolo, un poco più
complesso, permette di
risalire alla nascita di Gesù partendo dall’epoca del turno di Zaccaria
nel tempio. Secondo Luca 1:5-9, il
sacerdote Zaccaria, padre di Giovanni Battista,
faceva il suo turno di servizio nel tempio "secondo la consuetudine del
sacerdozio levitico, nel turno di Abìa". Da Esodo 12.2 e I Cronache 24:10
sappiamo che il turno di Abìa era l’ottavo e cominciava tre mesi e mezzo
dopo la Pasqua che, come sappiamo, era stabilita
il 14 del mese di Nisan (corrispondente al nostro 15 Marzo-15 Aprile,
circa). Alla fine del suo turno, quindi intorno alla metà del nostro mese di
Giugno, sua moglie rimase incinta, come sappiamo
da Luca 1:23-26,36.
Dopo sei mesi Maria si recò a
trovare sua cugina Elisabetta, moglie di Zaccaria, che incinta di sei mesi (
Luca 1:36). Si era perciò, secondo questo calcolo, a metà Dicembre, quando,
in quei giorni, rimase incinta anche Maria. Da quel momento si possono
perciò contare i nove mesi della gravidanza di Maria per giungere al mese di
settembre (fine settembre, inizi di Ottobre, corrispondente al mese ebraico
della festa dei tabernacoli o festa delle capanne) e ricavare la data di
nascita di Gesù.
giusto per
spezzare una lancia a favore del 25 dicembre possiamo
dire che, secondo questi calcoli, corrisponderebbe al periodo del
concepimento di Gesù; data in cui, quindi, entra nel mondo il Salvatore.
Ma in fin dei conti una data vale
l’altra, anche perché noi cristiani sappiamo che la data di
nascita di Gesù più importante non è quella del concepimento o quella della
sua nascita, piuttosto quella in cui Egli nasce nel nostro cuore per
salvarci e donarci la vita eterna!
Sì, questa non è una considerazione
retorica! La Parola dichiara: " OGGI, è nato per voi un Salvatore è il
Cristo, il Signore." ( Luca 2:11) . Nel calendario di Dio infatti la data
più importante è il nostro oggi! Ecco forse un motivo spirituale per cui il
Vangelo non precisa la data di nascita di Gesù.
OGGI è il giorno della salvezza,
dichiara la Parolo di Dio, oggi, "se udite la sua voce, non indurite i
vostri cuori!" ( Ebrei 3:15).
Del resto quello che Gesù ha fatto
per noi, la cosa più importante, non l’ha fatta come bambino in fasce!
Il
compimento della sua missione infatti non avvenne mentre veniva deposto
delicatamente nella mangiatoia ma quando fu inchiodato brutalmente sulla
croce!
Nel tempo della sua piena volontà, come uomo adulto e cosciente, Egli depose
la Sua vita (Giov. 10:17-19) per riprenderla dopo aver compiuto l’espiazione
dei nostri peccati. Di ciò Dio Padre fu testimone e per
la Sua ubbidienza volontaria il terzo giorno lo risuscitò! Anche gli
apostoli furono impegnati nel predicare non la nascita ma il sacrificio di
Gesù sulla croce e la sua resurrezione.
Ora Egli vive sempre. Mai più
nascerà e mai più morirà un Salvatore del mondo. Ora, oggi,
bisogna soltanto credere in Lui per avere vita nel Suo nome.
Buon Natale, cioè buona nascita. La
vostra, la nostra, in Gesù Cristo...ricordando la Sua morte, fino al Suo
ritorno.
(Marco Ielo)