30 Maggio
2011
La preghiera di Jabes
(I Cronache
4:10)
La preghiera di Jabes, nel Primo Libro delle
Cronache, è una delle più brevi preghiere di tutta la Bibbia, ma anche una
delle più potenti! Jabes è un personaggio sconosciuto, se paragonato ai
grandi uomini di Dio dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma ciò che ottenne
da Dio lo pone nella lista degli uomini grandemente benedetti.
La preghiera di Jabes è tutta in un versetto,
e somiglia molto alle preghiere che i nostri figli più piccoli fanno a
tavola e che noi forse definiamo superficialmente “ingenue” (!).
“Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini;
sia la tua mano su di me e preservami dal male
in modo che io non debba soffrire!”
Tutta qui! Se paragonata alle lunghe e potenti
preghiere di Salomone, di Neemia o di Daniele potrebbe sembrare poca cosa.
Ma quello che troviamo scritto nell’ultima parte del versetto ci fa
riflettere: “Dio gli concesse quello
che aveva chiesto.!
Ho sentito tempo fa una storia che suonava più
o meno così: “Un pastore cominciò il suo sermone sulla fede. Di fronte alla
sua congregazione disse: “Oggi vi parlerò della fede, ma prima di leggere
nella Scrittura, ho un dono per voi…” Mise la mano in tasca, tirò fuori una
grossa banconota e stendendo la mano verso le persone disse: “Prendete,
questi soldi sono per voi!”.
Ma nessuno si alzava… anzi tutti si guardavano
sorridendo e pensavano fra loro: “Casa vorrà dire il pastore?”. Mentre
facevano questi ragionamenti il pastore ripetè l’invito per la seconda
volta: “Prendeteli sono vostri!” Allora un bambino si alzò dal suo posto,
correndo andò verso la mano aperta e protesa del pastore afferrò la
banconota e se la mise in tasca. Tutto felice, ritornò soddisfatto al suo
posto!
La semplicità di un bambino di fronte ad una
benedizione da afferrare senza esitazioni e senza guardare a quello che
fanno gli altri, ci aiuta a comprendere il segreto di Jabes. Egli non pensò
che la sua preghiera fosse egoistica, perché conosceva la bontà di Dio; non
pensò che doveva restare nel suo angolino nascosto, perché sapeva che tutta
la terra appartiene a Dio, non pensò di confidare nella forza del suo
braccio, ma si appellò alla mano dell’Eterno; non pensò di poter da solo
sconfiggere il male, ma si affidò a Colui che poteva davvero preservarlo e
proteggerlo. Pregò conoscendo il carattere generoso di Dio e si mosse con la
fede di un piccolo fanciullo afferrando le sue personali benedizioni senza
fare torto a nessuno. Alla fine fu “più onorato dei suoi fratelli”, ma
nessuno poté accusarlo di aver rubato qualcosa! Jabes ottenne, da Dio, tutto
ciò che può desiderare un uomo per sé e per la sua famiglia. Jabes, da
questo punto di vista fu un uomo di successo, un eroe della fede.
Questa per noi è una grande lezione, credo. Le
benedizioni di Dio sono sempre disponibili, ma si afferrano solo per grazia,
mediante la fede! Ma con la fede di un piccolo fanciullo che va dritto al
sodo e che osa afferrare il bene dalla mano aperta di Dio, da Colui che
“dona a tutti generosamente, senza rinfacciare” (Giac. 1:5).
Ricordiamoci di pregare con il sentimento di
Jabes, audace e semplice.
(M.I.) |