Un appello ai cristiani

UN APPELLO AI CRISTIANI.

Perché dovremmo fare anche noi la nostra parte per difendere la famiglia naturale?
Molti cristiani pensano che schierarsi su questi temi sia un prendere parte alle questioni politiche e distrarsi dagli scopi spirituali del “vangelo”.

Propongo, sollecitato, una mia breve riflessione.

La chiesa di Cristo non è di “destra” e neanche di “sinistra”, politicamente parlando. Non è schierata con patti o tessere di partito. Io stesso, come pastore cristiano evangelico, non sono né di destra, né di sinistra. I partiti portano avanti istanze economiche, sociali e morali: alcune (poche, in verità) sono in sintonia con la visione cristiana; altre in totale contrasto. Spesso cambiano il vento alle proprie bandiere. La Chiesa nel mondo porta avanti istanze spirituali, morali e sociali. Le istanze sociali e morali inevitabilmente si intrecciano e si sovrappongono con le istanze politiche. Questo è il motivo per cui Chiesa e Stato non potranno mai svilupparsi e operare del tutto separatamente, come in compartimenti stagni l’uno rispetto all’altra.

Tanto la Chiesa quanto lo Stato contemplano, nella loro visione, l’organizzazione di un modello sociale sostenibile che crei benessere, pace e prosperità. Ma i metodi e le strategie per attuarlo sono diversi. Se in un dato momento storico, come quello attuale, i cosiddetti “progressisti” lanciano un attacco senza precedenti all’antropologia naturale della famiglia (ideologia gender, abortismo, omogenitorialita’, matrimonio gay, ecc.), allora la chiesa, ripeto, anche senza “scendere in politica” ha il diritto e la libertà di denunciare questa deriva insostenibile. Definire alcune pratiche come qualcosa che era, è, e sarà sempre un peccato di abominio davanti a Dio non è fare politica, è fare qualcosa che è giusto davanti a Dio!!
“Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (EFESINI 5;11)

Abbiamo il dovere come cristiani di difendere la famiglia tradizionale, fatta da un uomo e una donna uniti da un patto spirituale di fedeltà e amore, nonché da un atto legale che regoli la partecipazione condivisa al progetto procreativo secondo il piano di Dio.  Ciò porta benedizioni e sviluppo a tutta la collettività. Ne siamo fermamente convinti. La società si è sempre fondata sulla famiglia naturale. La prima società è stata, da sempre, il nucleo formato dall’incontro di un uomo con una donna secondo il piano originario di Dio. Uomo e donna, intesi come maschio e femmina, sono categorie biologiche e antropologiche non reversibili e non trasformabili nella loro differenziazione sessuale.  Il resto è pura fantasia, destinata a ricevere, come sta accadendo, il rifiuto istintivo della società tutta, laica e cristiana.

Se una porzione, molto minoritaria, dell’umanità sostiene la diffusione di modelli relazionali basati sull’omosessualismo, sul rifiuto della maternità, sulla fruizione della sessualità basata esclusivamente su concetti edonistici e affettivi perversi, ciò non significa che il piano naturale di Dio si possa ribaltare, ma semplicemente che l’uomo si appresta a firmare la propria autocondanna all’estinzione, alla malattia, alla deriva immorale.

Ognuno è libero di vivere come vuole nella propria sfera privata, è vero, purché ciò non invada e limiti la libertà di chi vuole vivere in modo opposto.
Ma questa affermazione non significa che si è anche liberi dalla conseguenze che le nostre scelte comportano. Le leggi causa/effetto non perdonano.
Il conto sarà presentato, infine, da un Dio presente e vivente, dal quale tutti proveniamo. Il “non giudizio” non esiste. Ognuno di noi valuta, decide, esprime opinioni, lotta per difendere le proprie idee. Ciò è lecito per tutti, perché non dovrebbe esserlo per i cristiani? Purché il confronto si svolga in modo pacifico e non violento sul piano della dialettica, il confronto è lecito.
Parafrasando qualcuno: “Nostra è la battaglia, di Dio la vittoria.”

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (S.Paolo, Romani 6:23)

La mia preghiera è che i governanti e la società stessa ritrovino il timore di Dio per ricercare la Sua benedizione, pur consapevoli che i veri cristiani aspettano il Regno e il governo di Dio, e nuovi cieli e nuova terra, secondo la Sua promessa, nei quali abiti la giustizia.
(Cfr. 2 Pietro 3:13)

Nel frattempo, continueremo a diffondere e difendere tutte le buone cause del Vangelo di Cristo Gesù, il Signore.

( past. Marco Ielo, presidente Comunione evangelica Calabrese)